Addio pasta madre

Sono settimane che non posto nulla e, nonostante tutti i buoni propositi estivi, la frenesia quotidiana degli ultimi mesi mi ha completamente fagocitata.
Di fronte però al mio dramma personale, anche i mille impegni vengono meno.
Ore 9:30, mi alzo e vedo Alessio intento a preparare la colazione per Nina e Cecilia, reduci da un pigiama party.
Lo sguardo e' perplesso mentre tasta il cartone del latte e i vasetti di yogurt.Gli domando allora il perché di quell'enorme punto interrogativo dipinto sul suo volto e lui mi porge gli oggetti incriminati.
Non c'è che dire, sono decisamente tiepidi.
Apriamo il frigorifero e la luce appare, ma al posto del suo refrigerio fuoriesce un'atmosfera primaverile. Panico!
Allora apriamo la celletta del freezer: caldo e umido, quasi sensuale.
I surgelati, o meglio, quelli che un tempo lo erano, galleggiano in mezzo centimetro d'acqua.
Ormai non ci sono più dubbi: ci siamo fottuti il frigorifero e suo cugino!
Subito chiamiamo mamma per chiedere asilo politico per i tanti yogurt che soggiornavano da noi e per limoni, salame, formaggio, maionese... Insomma un vero e proprio esodo di cibarie.

Il pensiero però corre immediatamente a Lei, la sublime pastella che tante gioie mi regala: la pasta madre.
Immobile e sgonfia mi osserva dal suo recipiente. La mano trema, il cuore sussulta, ma va fatto.
Apro il coperchio e Lei è lì, esangue.
Immediatamente cerco di rianimarla rinfrescandola con acqua e farina e poi attendo.
Nulla, non si muove.
Sono trascorse diverse ore da quando ho cercato di infonderle nuova vita, ma lei non cresce, non si innalza verso le vette del suo coperchio.
Sta e non fa motto.
E mentre io la guardo, nella vana speranza che Ella mi conceda un segno di vita, per le stanze si propaga il fragrante profumo del mio pane che cuoce, in forno.
Atroce destino!



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