MIA MADRE E' UN FIUME

Incredibile a dirsi e a farsi, ma oggi riesco a concedermi qialche minuto per scrivere di un romanzo che mi ha davvero lasciato il segno.
Mia madre è un fiume di Donatella Di Pietrantonio.
Una madre, una figli e un rapporto sfilacciato da ricucire o costruire. Accanto la malattia: atrofia cerebrale. La memoria che lascia troppi vuoti in una vita spesa tra lavoro e fatiche.
Dall'altra parte una giovane donna immersa tra lavoro e famiglia che, suo malgrado, si trova costretta ad una vicinanza non voluta e non cercata. Diventa così la voce del ricordo: racconta, racconta frammenti di vita della madre alla madre stessa. E il racconto, la parola, diventano il collante per costruire quel legame da sempre cercato e mai avuto.
All'affresco familiare si affianca quello di un'Italia devastata dalla guerra prima e piegata sulla ricostruzione poi. A fare da cornice i monti dell'Abruzzo, con le sue dure zolle da zappare e i suoi pendii scoscesi, così amari da coltivare.

Una prosa che indugia nella poesia con i suoi periodi brevi, a tratti scarni. Un lessico essenziale, spesso tagliente, che bene rende l'asprezza degli appennini.

Uno dei romanzi più belli che il 2017 mi abbia fino ad ora regalato.




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