The end
Basta, stop, chiuso per fine ferie, si va.
Questa volta si chiude seriamente. La stanza e' invasa da valigie, il frigorifero e' già stato sbrinato e il balcone e' orfano di sedie e tavolo.
Iconografia di una imminente partenza.
Potrebbe essere il titolo del dipinto che si staglia davanti ai miei occhi.
Poche ore e poi, arrivederci a ... se tutto va bene Natale.
La legna nel camino e' già stata sistemata, pronta per scaldarci e proteggerci dai rigori dell' inverno, che, a dire il vero, detto così sembra essere più il vezzo di una citazione letteraria che la descrizione di un dato di realtà, visto che, ultimamente, a Natale ci sono le primule.
Ma io sogno, anzi, torno indietro nel tempo, quando bambina tornavo in montagna per le vacanze invernali e trovavo persino l'olio ghiacciato nella dispensa. Il "prete" (così viene chiamato lo scaldaletto) a intiepidire le lenzuola e il fuoco del camino a fare compagnia e io sul divano fino a notte fonda a leggere.
Questa notte, però, neppure la lettura mi è di consolazione e men che meno riesce a conciliare il sonno.
Troppe sono le immagini e i pensieri che si assiepano nella mante: le passeggiate, le escursioni in alta montagna, la giornata alle terme con le mie cugine, le lunghe chiacchierate, le cene a base di sapori antichi, le bevute ... e soprattutto il profilo di questi monti sempre uguali che riescono ogni giorno a riempirmi di stupore e di gioia.
Panta rei.
E anche questa estate si è dissolta come lo splendido tramonto di questa sera.
Per qualche giorno le ombre della sera accompagneranno le mie giornate, poi so che tornerò ad amare anche Milano e il suo grigiore.
Il bello dell'essere umano sta nella sua capacità di adattamento.
Ma nei momenti di malinconia, chiudendo gli occhi, tornerò qui, nella mia culla, dove riesco a trovare le mie radici, dove non ho bisogno di orpelli o abiti eleganti per sentirmi bene: un jeans mezzo strappato e una maglietta; ai piedi infradito o scarponi, alla bisogna. Dove non indosso mai l'orologio, perché il tempo si dilata magicamente. Dove mascara, fard e rossetto non fanno più parte della toeletta quotidiana, ma rimangono a riposo dentro il cassetto.
Allora arrivederci a dicembre.
Ora si spegne e si prova a dormire.
Questa volta si chiude seriamente. La stanza e' invasa da valigie, il frigorifero e' già stato sbrinato e il balcone e' orfano di sedie e tavolo.
Iconografia di una imminente partenza.
Potrebbe essere il titolo del dipinto che si staglia davanti ai miei occhi.
Poche ore e poi, arrivederci a ... se tutto va bene Natale.
La legna nel camino e' già stata sistemata, pronta per scaldarci e proteggerci dai rigori dell' inverno, che, a dire il vero, detto così sembra essere più il vezzo di una citazione letteraria che la descrizione di un dato di realtà, visto che, ultimamente, a Natale ci sono le primule.
Ma io sogno, anzi, torno indietro nel tempo, quando bambina tornavo in montagna per le vacanze invernali e trovavo persino l'olio ghiacciato nella dispensa. Il "prete" (così viene chiamato lo scaldaletto) a intiepidire le lenzuola e il fuoco del camino a fare compagnia e io sul divano fino a notte fonda a leggere.
Questa notte, però, neppure la lettura mi è di consolazione e men che meno riesce a conciliare il sonno.
Troppe sono le immagini e i pensieri che si assiepano nella mante: le passeggiate, le escursioni in alta montagna, la giornata alle terme con le mie cugine, le lunghe chiacchierate, le cene a base di sapori antichi, le bevute ... e soprattutto il profilo di questi monti sempre uguali che riescono ogni giorno a riempirmi di stupore e di gioia.
Panta rei.
E anche questa estate si è dissolta come lo splendido tramonto di questa sera.
Per qualche giorno le ombre della sera accompagneranno le mie giornate, poi so che tornerò ad amare anche Milano e il suo grigiore.
Il bello dell'essere umano sta nella sua capacità di adattamento.
Ma nei momenti di malinconia, chiudendo gli occhi, tornerò qui, nella mia culla, dove riesco a trovare le mie radici, dove non ho bisogno di orpelli o abiti eleganti per sentirmi bene: un jeans mezzo strappato e una maglietta; ai piedi infradito o scarponi, alla bisogna. Dove non indosso mai l'orologio, perché il tempo si dilata magicamente. Dove mascara, fard e rossetto non fanno più parte della toeletta quotidiana, ma rimangono a riposo dentro il cassetto.
Allora arrivederci a dicembre.
Ora si spegne e si prova a dormire.
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