UNA SERATA SPECIALE

Quando mi sono alzata, ieri mattina, dopo una notte brava da ventenne, anacronismo che il mio corpo ha colto in pieno, mai avrei pensato di uscire indenne dal programma giornaliero che mi attendeva.

6 ore di scuola e un viaggio Milano-Bologna/Bologna-Milano, ONZEROD, tutto in una notte!

La causa era giusta e il fisico si è adeguato.

Partenza da casa del Beato Tammaro dal Giambellino trapiantato a Baggio, sosta a Figino per recuperare Valentina e poi Bologna la Grassa, Fattoria di Masaniello, Paolo Siani Sandro Ruotolo.

Si parte!

Bloccati sul raccordo per la tangenziale! Coda interminabile. Morale a terra.

Gli occhi scrutano verso l'orizzonte per trovare il varco, la via d'uscita dal budello, ma niente, la speranza crolla.

Ci si prova ugualmente, incolonnati tra delusione e gas di sacrico.

Dopo più di un'ora, finalmente raggiungiamo la tang, dove, manco a dirlo, c'è più caos che sui navigli.

Già pronti per riprendere la strada di casa, procediamo a passo di lumaca, rassegnati al fallimento.

Come un deus ex machina arriva però salvifica la telefonata!

Beato Tammaro risponde e, risucchiato dalle logistiche amministrative della supermacchina tritadenaro, procede, procede, procede, procede fino a giungere al casello.

No????!!!!!!

Il dado è tratto e allora, con un occhio aammmaicol, il vate del nostro nocchiero, che ci indica la strada e le tappe della via crucis, si va!

Si predicono incidenti, code a tratti, ma ormai nulla può fermarci, la nostra inarrestabile corsa verso la Fattoria di Masaniello è più che una missione.

L'auto del Beato, che nel frattempo ha scomodato anche Tom Cruise per guidare sicuro, sfreccia.

Il tempo stringe, il rischio di arrivare a dibattito concluso è alto.

Il Beato, però, ha i suoi santi in paradiso. Chiama così il ragazzone di Napoli trapiantato a Bologna che, come non si sa, il dogma non contempla la ragione, ferma il tempo, quel tanto che basta per farci giungere a cinque minuti dall'inizio dell'incontro.

Dalla cucina della Fattoria i cuochi tirano giù il resto dei santi, pronti a infornare le pizze e a tornarsene a casa.

Eccoci. Di fronte a noi Paolo Siani e Sandro Ruotolo.

Presa dal sacro fuoco del momento, tento una diretta fb, ma, mentre gli occhi seguono il palco, la camera del cellulare riprende tutta una serie di calzature di vari tipo e misura.

Si parla di Giancarlo Siani, della Napoli degli anni Ottanta, dell'allora politica e del lavoro quotidiano dei giornalisti di strada che, macinando chilometri e chili di carta, prendevano appunti, collegavano fatti per regalare ai lettori il diritto all'informazione.

Si parla del ruolo importante che oggi la scuola può e deve svolgere nel favorire la crescita di cittadini e non sudditi, di come sia indispensabile aiutare gli studenti a decriptare un testo, per far nascere parole e quindi idee.

E io ascolto, in un rapimento mistico da Santa Teresa del Bernini: gli occhi rivolti al cielo, dove una magnifica luna piena mi strizza l'occhio, la bocca socchiusa.

Arriva il momento dei saluti e noi siamo pronti a intercettare Paolo Siani, mentre cerchiamo le parole giuste per invitarlo a Milano, a Baggio, a raccontarci di Giancarlo e della sua voglia di vita e di verità.

Tutto avviene spontaneamente: Paolo Siani, con una naturalezza ineffabile, mi porge il suo biglietto da visita e mi invita a scrivergli.

Subito! Giusto il tempo di una pizza, perchè i santi vanno onorati e pure le pizze di Masaniello, e poi il rientro a Milano...

e dunque eccomi qui, davanti al PC.

La mail è stata inviata e ora mi sento meglio.

La mente corre al Beato Tammaro e al suo entusiasmo contagioso e insieme ai ricordi della serata vola anche un ... grazie Andrea, di vero cuore.


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