"... e l'estate è il tempo dell'ottimismo" da "Il pianto all'alba" di De Giovanni

Serata calda, no di più.

E' afa milanese che si attacca alla pelle tanto da rendere appiccicoso anche il pensare.

Dopo una cena sostanziosa con Lucia, saluto prima della partenza, è difficile mettersi a letto e invocare il sonno.

Mi è rimasto persino un dito di vino nel calice che, alla sinistra della mia tastiera mi fissa. E io non mi risolvo a terminarlo, così come non mi risolvo a mollare gli ormeggi e a sdraiarmi nel letto.

Estate tempo dell'ottimismo c'è un abisso di verità in questa frase rubata al romanzo che sto leggendo.

Le serate dilatate verso una notte piena di promesse, che ritrovano il sapore più volte assaggiato della giovinezza.

Un'auto per correre in un luogo che è qui o ovunque, basta che ci sia la voglia di lasciarsi alle spalle le noie delle piogge trascorse e delle astute nebbie.

Sogni di attese e sospensioni. Un tempo che sembra cristallizzarsi all'interno di una clessidra.

Tutto scorre veloce, come pneumatici lungo un'autostrada di notte, in un viaggio che ha il ricordo di vacanze lontane.

A marcare il tempo il ronzio delle zanzare, che lasciano la traccia della loro breve esistenza sulla pelle e nell'abitacolo dell'auto.

Poi tutto tace. Il motore si spegne e viene il momento dei saluti.

Un arrivederci alla fine del viaggio.  Un arrivederci al termine della stagione che sta per ultimare i suoi sogni, lei col suo carico di suoni e odori difficili da cancellare dalla pelle.


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