A volte ritornano. Parlando di scuola

Dopo settimane di silenzio, non tanto per mancanza di argomenti quanto per assenza di tempo, approfitto di questa pausa lavorativa per sfogarmi.
Si', perché di questo si tratta.
Nel frattempo ho letto un romanzo interessante, tanto per dire a me stessa che sono ancora un essere umano e non un' ape operaia.

In questi giorni si sente sempre più spesso parlare di formazione docenti. Finalmente, si penserà. Finalmente, abbiamo pensato noi insegnanti!
L'illusione è durata un battito di ciglia. Non si tratta, come avevo sperato, di formazione relativa alla didattica delle singole discipline. Tanto per fare qualche esempio: insegno storia, quindi corso di formazione per apprendere nuove e più moderne metodologie per insegnare questa materia, magari cl supporto delle tanto decantate nuove tecnologie.
No! Di didattico non c'è nulla, perché della didattica a nessuno importa più niente.
Contenitori, tanti bei contenitori senza più un contenuto. E la cosa grave è che il docente non può neppure permettersi più il sacrosanto diritto di scegliere in quale direzione dirottare il proprio aggiornamento, visto che tutto deve essere in linea col nuovo grande idolo della buona scuola: il PTOF.
Cosa ancora più grave, a mio avviso, il terrorismo psicologico con cui i corsi vengono proposti/imposti dai dirigenti scolastici.
Già, perché ora come ora di obbligatorio non c' ancora niente.
È' stato presentato il piano per la formazione docenti, ma non c'è ancora la LEGGE.
Non esiste un monte ore obbligatorio che i docenti devono seguire, si parla di unità formative da svolgere nell'arco di un triennio, tanta e' la vita media del PTOF. Ogni docente sarà poi dotato di un portfolio all'interno del quale andranno dichiarati questi famigerati corsi di formazione, utili poi per la chiamata diretta.
E la didattica? Roba vecchia, superata! Ora ci sono le competenze. E tutti, anche i meno motivati tra gli studenti, i meno preparati i ... Tutti possiedono delle competenze. Alte, basse, medie, rasoterra.
Che poi, vai a leggere le indicazioni nazionali e trema! Perché tra quello che i "saggi" pontificano e ciò che realmente accade a scuola, davvero c'è di che piangere.
Noi ai ragazzi chiediamo sempre meno, anzi, dall'alto ci dicono che le conoscenze, anzi, azzardo e provoco, le nozioni (dai, rabbrividite!), non servono, anzi sono la causa dell'ignoranza dilagante che affligge questo paese (vedi articolo di settimana scorsa su "Corriere della sera"), proclamano che il futuro sono le competenze, competenze, sostantivo che solo a pronunciarlo mi provoca reazioni allergiche! Poi vai a vedere le famose competenze in uscita e ridi, perché neppure un laureato cinquantenne acculturato sarebbe in grado di dimostrare di possederle.
Ma qualcuno dei sommi ha mai provato a leggere un temino di seconda media? Solo a livello di scelte lessicali fanno piange. I ragazzi delle medie, anche i più bravi, possiedono un vocabolario a dir poco elementare.
Non sanno esprimersi, e, quando si sottopone loro la famosa comprensione del testo, modello simulazione prova INVALSI, e' una tragedia. Hanno un livello di comprensione solo superficiale perché noi non abbiamo mai chiesto loro di fare fatica, di mettersi da soli sul libro e sviscerare quel testo, entrarci dentro, in pratica STUDIARE. La scuola non chiede più ai ragazzi di studiare, figuriamoci ai docenti. Tornare sui banchi, dice la ministra, a fare, ribatto io? A diventare tanti insegnanti omologati a questo modello di scuola che, lo voglio urlare, mi fa orrore. A disimparare ad insegnare. E se non ci riusciremo, se i nostri anticorpi erigeranno delle barriere, non c'è di che preoccuparsi: tanti bravi e capaci formatori sono già stati predisposti per reimpostarci e fornirci delle belle lezioni già preconfezionate da somministrare ai nostri studenti.
E la libertà di insegnamento? Libertà? Ma scherziamo? Tutti omologati, tutti irregimentati.
Io tremo e come insegnante e, ancor più come mamma.
Ho una bimba di sei anni che va a scuola e deve poter imparare, IMPARARE e non essere ammaestrata come una foca nel fare tante mappe, schemi,  vuoti, senza contenuti.
Credo che sia dovere di noi adulti, non solo insegnanti, far sentire il nostro dissenso rispetto a questa deriva pericolosissima, che farà delle nuove generazioni tanti bravi operatori inabili al pensiero, ma molto abili nell' eseguire.

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