FACCIAMO UN POCO D'ORDINE

Rieccomi alla mia tastiera, la mia ancora di salvataggio.

Probabilmente sarebbe molto meglio per schiena , collo e spalle un bel letto, ma per godere pienamente dei benefici del riposo ho prima bisogno di fare ordine nei miei pensieri.

Ieri, per la prima volta, ho davvero capito quanto può essere fragile il filo che ci tiene attaccati alla vita. Sottile, come tela di ragno: un soffio di vento e in un puf si spezza.

Sono frazioni di secondo, attimi impossibili da quantificare che restituiscono nella loro brevità un'intera vita.

E sono i volti di chi si ama che si affollano davanti agli occhi. Mani che non si potranno più stringere, abbracci mai dati, baci nascosti, carezze soffocate dal pensare che tutto è procrastinabile.

In una manciata di secondi si è assaliti dal rimpianto di non aver detto quel "ti voglio bene" ai tanti ai troppi ai quali molte volte siamo stati sul punto di dire, ma poi, per fretta, vergogna, ma tanto già lo sa ... abbiamo taciuto.

Ci si sente soli di fronte a qualcosa di talmente grande da non poter essere neppure contemplato.

Mentre l'auto sfuggiva al mio controllo e vedevo l'altra, perpendicolare alla mia, sempre più vicina, ho realizzato che la vita sa essere beffarda, tanto. 12 febbraio, anniversario della scomparsa di mio padre. Ho pensato che, noi due, così simili nella vita, stavamo percorrendo lo stesso destino.

Poi lo schianto e la certezza che andrà a finire male.

Il silenzio e subito la consapevolezza di essere ancora vivi.

CHE BELL'INGANNO SEI ANIMA MIA


 


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