AUTONOMIA Sì, MA SOLO QUANDO SEI PIù GRANDE
Il COVID19 sta davvero mettendo a nudo molti aspetti
di noi stessi che prima, per decoro dovuto all'ambiente sociale, venivano
almeno smussati.
E' il mio caso.
Lo so, non ho un bel carattere, diciamolo, ho un
caratteraccio: non sto zitta neppure se minacciata, sono spesso irriverente,
polemica fino all'eccesso e collerica.
Un disastro di donna, che sta completamente andando
alla deriva dalla protezione delle mura domestiche.
Oggi, ad esempio, sono esplosa come una bomba a orologeria:
meno 5,4,3,2,1 BUUUUM!
Tema del giorno: videolezione della mia fanciulla.
Alcuni compagni scoprono il meraviglioso universo di Skype: si può zittire il
compagno silenziando il microfono e lo si può persino sbattere fuori dalla
chat-classe!
Evvai!!! Parte il giocone, ovvio. Sono bambini, sono
isolati dal resto dell'universo bambino da due mesi, hanno voglia di sfogarsi,
la lezione su piattaforma è una novità, mettiamolo nel conto che ci possa
essere che, per puro spirito goliardico, si dia alla pazza gioia.
Non è giusto, concordo, ma ripeto, SONO BAMBINI e per
di più stanno vivendo una situazione troppo più grande di loro.
Facciamo fatica noi adulti ad accettare la quarantena,
le restrizioni, la mancanza di spazi in cui poter scorrazzare come prima,
giocando al "Salta la merda" sul marciapiede, figuriamoci loro!
Ma procediamo. Questa era solo la premessa,
l'antefatto.
Il maestro, cerca di porvi rimedio, come può, come sa,
è anche per lui la seconda lezione.
In tutto questo io me ne sto beata nel mio studiolo a
fare lezione con i miei di alunni.
Arriva il momento del pranzo e, giunta in soggiorno,
noto un alone di livore sul volto del mio consorte: la chat dei genitori della
classe di Nina.
Una cascata di messaggi, suggerimenti, processi
al/agli untori di turno che hanno rovinato la lezione!
E facciamo così, proviamo colà, educhiamo i nostri
figli, monitoriamoli ... e ci sta anche questo.
E poi?? Poi arriva la perla della giornata: ore 13:40,
ella parla.
"Occorre che uno dei due genitori si stacchi dal
lavoro e si dedichi alle lezioni insieme al figlio per monitorarne l'operato e
istruirlo sul da farsi, perché sono ancora piccoli per sapere come si gestisce
una chat".
Eccola la formula magica, la panacea che va bene per
tutte le stagioni: sono troppo piccoli per.
Oddio, adulti non sono, 10 anni .... Ma neppure così
piccoli da essere incapaci di "schisciare" un paio di icone, visto
che uno fra i regali più gettonati è il cellulare, oppure il tablet e ci si
lamenta che i bambini fanno, di questi strumenti, un uso ... no un abuso!
Ma sono troppo piccoli per imparare a chiudere il
microfono quando il maestro parla e ad aprirlo per parlare uno alla volta.
"... Quando saranno alle medie ... è diverso,
adesso occorro io, il genitore!"
Come avrebbe detti il buon vecchio Abatantuono de
"Eccezziunale veramente", mi "scatta la vioulenzaaa",
strappo di mano il cellulare a mio marito e invio un audio che procede in
crescendo.
Più o meno, lo riassumo così: dunque il bambino non sa
rispettare le regole minime, esattamente come accade in classe, allora anche in
presenza occorre la figura genitoriale che alzi o abbassi la mano del piccino,
tappi o stappi la bocca per tacere o parlare?
Si potrebbe avanzare una proposta alla ministra
Azzolina: congedo parentale per uno dei due coniugi per accompagnare il figlio
minore verso la piena acquisizione di un'autonomia sociale.
I tempi? Suvvia ministra, non chieda troppo: il
bambino al centro! Quindi tempi variabili da soggetto a soggetto, per andare
incontro alla specificità di ciascuno.
E torniamo al titolo: ma quando decidiamo che nostro
figlio è diventato autonomo? Appaiono segni premonitori, tipo una cometa sopra
il tetto della nostra dimora? Si tratterà di un'epifania? Ci apparirà in sogno
l'arcangelo Gabriele che, con l'indice, punterà prima verso il pargolo e poi
verso la porta, affinché noi si sappia che l'ora è giunta?
O non è meglio renderli autonomi un poco per volta,
senza attendere l'intervento del deus ex machina??
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