Lettera per chi non ha orecchie

 E'nata come una lettera, perchè tale è.

Poi a poco a poco l'io narrante si è traformato in altro da me, un personaggio che non è la scrivente.

L'ho lasciato andare e sta prendendo forma.

Non so se ne uscirà un racconto di cui questa lettera è l'incipit, o l'epilogo, o una parte centrale. Vedremo.

La magia della scrittura.

P.S. E' piena di refusi, ma va bene così. La revisione ad una prossima svolta.


Una volta avrei gradito una risposta al silenzio e al tenermi a distanza.

Mi sono spesso domandata:"Dove ho sbagliato ora? Ho ripettatato attentamente ogni prescrizione, come il pazienete che prende nota delle indicazioni del medico per poter guarire".

 Ho evitato luoghi e persone in comune.

Ho dismesso gli abiti da amica.

Ho parlato solo se interpellata.

Quando ho osato un passo in più, l'ho sempre fatto in punta di piedi e chiedendo permesso e scusa.

E Mi sono sentita ugualmente una persona sbagliata, brutta, un incontro su cui è meglio tirare una riga sopra.

Ho permesso che mi si vomitassero addosso accuse  fino a svuotarsi, rispondendo il minimo sindacale, perchè a me non era concesso il tempo per l'ascolto.

Accuse assurde, reali solo nella mente di chi sa di riversare sull'altro anche buona parte delle proprie responsabilità, riscrivendo un passato recente, per poi rileggerlo a proprio vantaggio.

Adesso no, non ho più bisogno di risposte, mi bastano le mie, quelle che ho estirpato dai miei giorni trascorsi, scavando dentro di me, alla ricerca del peccato originale.

E ho deciso di assolvermi.

Amen!

Ho accettato le persone che sono entrate nella mia casa, accogliendole come sono capace, magari non da gran dama, da amica sì, però.

Ho dedicato il mio tempo per regalare quello che con le mie mani so cucinare, per rendere vera la condivisione della tavola.

Ho ricordato compleanni e ricorrenze, perchè è bello far sentire a chi si ha a cuore la propria vicinanza, credo.

Ho telefonato quando qualcuno non stava bene e ho offerto il mio aiuto.

Ho conservato per me le confidenze e mi sono fidata a mia volta.

Sono stata leggera nel valutare il peso di un dono o di un abbraccio? Può essere, ma l'intenzione non era quella di ferire,  men che meno dividere.

Ecco, questo è tutto quello che ho trovato.

Io mi assolvo.

Voler bene non è un reato. 









Commenti

Post più popolari