I figli della mezzanotte di Salman Rushdie

Concluso, terminato, ultimato, finito, chiuso, riposto in libreria, archiviato, kaput!

Rende l'idea?

Si', perché indubbiamente l'autore è immenso e scrive di molto bene, ma, mamma mia, quanto è prolisso!

Interessante e originale la trama, ben caratterizzati i personaggi, non si può certo dire il contrario, ma proprio non è riuscito a coinvolgermi.

E ci ho provato, giuri giuretta se ci ho provato, ma ogni volta che cercavo di farmi travolgere dal fiume in piena di parole, ecco che subentrava qualcosa a disturbare il mio processo di osmosi letteraria.

E poi, il tanto decantato realismo magico, a me proprio non ha garbato per nulla.


La sensazione che ha accompagnato questa lettura e' stata molto simile a ciò che mia figlia ha provato durante la lunga ed è estenuante marcia per terminare i compiti delle vacanze.

Aprivo il libro con la voglia di chiuderlo al più presto, distratta da tutto ciò che poteva distogliere la mia attenzione da una storia che, per quanto nella, ben architettata, intessuta di vicende politiche e storiche dell'India raccontate con maestria e ironia, non ho mai sentito mia.


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