Uno, due, tre ... Via

Manca pochissimo alla partenza, un grumo di ore.

Molte case si sono già chiuse e a poco a poco la malinconia è affiorata in superficie con tutto il suo carico di angoscia.

Domani a quest'ora sarò a Milano, lontana da questa luce che mi scalda mi culla, tenue e suadente.

Lontana da questo accento che sa di pane e di casa.

Lontana dai volti noti e familiari che mi hanno nutrito e curato.

So che farò il giro della casa per salutare ogni stanza che mi ha accolto in queste settimane, un rito che accompagna la partenza ormai da anni, un arrivederci si spera sempre a presto.

Le valigie sono già pronte, perché domani non voglio togliere minuti preziosi al mio congedo.

Ogni tanto faccio scorrere sul cellulare le foto dei giorni trascorsi, quasi a voler prendere coscienza del fatto che davvero siamo giunti al termine.

Le ultime sono di ieri, dell'escursione notturna sull'Alpe di Cusna, la vetta più alta dell'Appennino reggiano.

Difficile cancellare la sensazione di ascendere verso il cielo stellato: alle spalle il sole che a poco a poco abbandona il cielo e le ombre che calano sui monti e li coprono come calde coperte.

L'aria che si fa sempre più fredda e taglia la faccia, gli occhi che lacrimano mentre gli alberi a poco a poco spariscono per lasciare il posto a prati sconfinati e pietre.

Poi all'improvviso una falce di luna luminosa e vicina, così vicina da illuderti di potertici aggrappare.

Non sono mancati, nella poesia del paesaggio, momenti di pura ilarità.

Giunti al termine del percorso l'incanto del sodalizio con la natura si è rotto, frantumato di fronte alla presenza di un numero esagerato di bipedi.

Lo straniamento è stato inevitabile: più che a 2000 metri, immersi tra i monti, sembrava di essere sui Navigli il sabato sera.

 Il freddo pungente ha ricondotto rapidamente alla realtà.

Anche la discesa a valle ha donato forti emozioni.

Il cielo completamente buio e tempestato di stelle sopra la testa e davanti le luci dei paesi del crinale appenninico e delle maggiori città vicine: Parma, Reggio e Modena.

Stop.

È già tutto archiviato.

Ogni anno, quando sto per partire, mi domando se questo legame con questo paese microscopico è disabitato sia solo il desiderio di fuggire da una realtà che, talvolta, forse spesso, mi stritola, oppure davvero potrebbe rappresentare un'alternativa alla frenetica marcia quotidiana della città.

Un dubbio che credo rimarrà insoluto, almeno per ora.

Nei sogni però...


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