Antonio Manzini
ROCCO VA IN VACANZA

In in realtà l'ho letto qualche giorno fa, ma complice il malinconico rientro nella city, non ne ho parlato subito, troppo presa a ricordare le mie montagne, il cielo blu, il silenzio ...

Bando alla tristezza! 

Rocco, Schiavone naturalmente, prima del suo trasferimento nel fredda e desolata Aosta (mi permetto di definire così il capoluogo valdostano perché tra i miei 3 lettori e 1/2 non ci sono amici alpigiani), decide di compiere un viaggio in Provenza, quasi un pegno nei confronti della defunta moglie.

Fin dalle prime pagine inizia così una carrellata di tipi splendidamente tratteggiati, pur nella brevità del racconto, perché di questo si tratta.

Dal barman ex rapinatore alla nevrotica passeggera che tocca, alza, accende in preda ad un delirio da volo.

La conclusione? Legge il libello e poi se ne può parlare.

Una lettura travolgente e spassosa che terra' compagnia per non più di un paio d' ore.

Uno scrittore attento e intelligente che racconta, attraverso il filtro del "giallo" un pezzo della nostra società, vizi compresi nel prezzo.

Insomma, un modo poco costoso per dilatare l'estate: mettersi in viaggio con il bel tenebroso Schiavone.


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