COMPLEANNI MIA PASSIONE

Era un po' che non davo libero sfogo alle mie cattiverie, ma prima o poi la vera Tinuzza sarebbe dovuta tornare all'attacco.
Ecco, l'ora è giunta.

Ieri, sabato uggioso e umido, odore di pioggia nell'aria, foglie marciscenti lungo i marciapiedi.

Niente di che, è autunno!

E l'umore? no, vogliamo tralasciare quello?

Sabato, come da copione mattinata all'insegna del "corri corri, dai dai sbrigati": prima parte piscina, niente da dire, pura salute e relax.

Sì certo, se non fosse che tutti i benefici derivanti da vasche su vasche per decontrarre da un lato e fortificare dall'altro i miei poveri muscoletti seminesistenti non venissero puntualmente vanificati dal momento tragico dello SPOGLIATOIO!

Mamme accatastate le une sulle altre davanti all'ingresso delle docce, infagottate e vestite a festa come per un convegno, che incitano la loro piccola prole a strofinare capelli, massaggiare piedini, lavare gambette ...

Ovvio, nulla di strano.

Ma ecco che compare lei, mia figlia Nina, strizzata nel suo accappatoio ormai fradicio, infreddolita e tremante che, con occhio smarrito, mi fissa e ... SI FERMA!

Ma cosa stai impalata, figlia mia, questa è una lotta allo all'ultima doccia! Muoviti, afferra gli attrezzi del mestiere che mammina ti ha già fatto trovare in bell'ordine, ma che tu COMUNQUENONVEDI, e buttati sotto la doccia e strigliati per bene e velocemente!

Niente, lei sta, immobile "come torre ferma che giammai non crolla all'infuruar dei venti", qualcuno disse prima di me.

Allora la sprono prima con parole pacate e poi, di fronte alla sua inerzia con un MUOVITIIIII !!!!! che riecheggia per tutta la piscina.

La creatura allora esegue, il tutto con una lentezza esasperante, mentre le mammine premono e scalpitano per impossessarsi delle docce.

Dopo sudate fantozziane e sguardi che inceneriscono, finalmente Nina esce ... i capelli ancora umidi.

Pazienza, il tempo non è nostro alleato.

 Di corsa andiamo a pianoforte, la molliamo al volo davanti al portone e poi, trovato parcheggio, cerchiamo un bar dove finalmente sederci e addentare sempre VELOCEMENTE, un brandello di cibo.

E già, perchè il tempo a disposizione è poco, di pomeriggio ci attende un superpartydicompleanno.

ora del raduno: le 15:00!

Quindi ci ingozziamo con un toast e tre taralli, torniamo a prendere Nina, rientriamo a casa, carichiamo e facciamo andare la lavatrice dei colorati e poi si parte.

Nella classifica firmata Rocco Schiavone, le feste di complenno che prevedono sbattimento di almeno 3 ore, praticamente un sequestro di persona, stanno ad un livello 10 di rottura de cojo.

Però, la creatura ci tiene e come si fa???

Quindi con un'atmosfera da corteo funebre ci dirigiamo a Cornaredo al parco ... qualcosa con  i pini ...

Per fortuna vediamo già in postazione Cristina, mio angelo, che ci guarda e ci sorride per la serie, dai dai vieni anche tu nel tunnel del divertimento.

Iniziamo a chiacchierare e ci accorgiamo di essere completamete isolati dal resto della cumpagentori.

Tipo gioco:"TROVA L'ASOCIALE".

Ma va benissimo, o almeno, andava!

Perchè c'è sempre qualcuno che va a rompere ... le uova nel paniere dell'asociale. Così si avvicinano un paio di mammette e il discorso vira su LASCELTADELLASCUOLAMEDIA.

Azz ...

Cerco di non ascoltare, canticchio nella mia testa il motivetto preferito dal mio Giovannino: "L'elefante l'elefante con le ghette, se le cava se le cava e se le mette.."

Non c'è verso. Le vocette stridule perforano i miei timpani e bucano la mia forza di volontà ormai a brandelli.

E così parlo e ogni volta che apro bocca colleziono figuracce tante da riempire la tessera punti della COOP e avere in premio il pupazzino del ciucciariello.

E poi l'apoteosi!  Sì sì la tal scuola è buona ma ci sono "izingari" e "iextracomunitari".

Nooooooo aiuto! Dio rendimi sorda per dieci minuti!

Inizio a contare 1,2,3,4,5,6,7,8,9.10 e penso.

Penso all'elefante con le ghette e a come vorrei lanciarlo contro le due sceme che con aria distinta da intellettuale del sabato pomeriggio, tutte tirate a lucido anche se siamo in mezzo ad un prato con i piedi nel pantano, dissertano sui mali che affliggono l'umanitaaaààà.

Penso e non favello.

Sento però che i  miei muscoletti si fanno sempre più rigidi, il collo si contra e e neppurem le magche mani di Ahmed, mio ortopedico e fisiatra,potrebbero liberarmi da questa morsa.

Taccio e penso che alla fine Salvini non ha torto, la politica del reimbarco non è poi così male. Errato è rimandare indietro iextracomunitari. Sarebbe meglio realizzare un BASTIMENTO CARICO CARICO DI .... COJIONI.




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