PRIVILEGIO

Ti svegli, magari acciaccata e raffreddddada e pensi: ma quanto posso essere felice!

Sì, perchè non c'è cura migliore che ritrovarsi al Dada con le tue amiche di sempre. Loro che da tempo, quanto (?),  tanto, tanto da doverti mettere al tavolino per fare i conti e, a ritroso, ritrovare quel momento fortunato in cui la vita te le ha fatte incontrare, ci sono.

Anna, Raffaella, Adriana, nomi e volti che sono appesi alle pareti della mi vita come le fotografie di famiglia.

Ragazze, ora donne, splendide donne, con le quali ho pianto, riso, condiviso  momenti tragici momenti leggeri, quelli della giovinezza, quando il futuro era creta da modellare.

Può trascorrere una settimana come un intero anno senza versi, eppure la spontaneità della quotidianità che, per anni, ci ha legate, non cambia mai.

I discorsi, le battute sembrano essere restate tra noi come sospese in un fotogramma: basta pigiare il play e tutto torna a scorrere con naturale complicità.

Torniamo a essere ventenni, con la stessa voglia di lasciarsi andare e scherzare su tutto e tutti, senza curarsi degli sguardi degli avventori vicini a noi che, ogni tanto, gettano un occhio per capire il perchè di risate fragorose capaci di spezzare la monotonia di una misica ininterrotta in sottofondo.

Unica differenza con il nostro ieri: il colore dei  capelli, che rivela lo scorrere degli anni, ma che, come nei migliori dipinti, dona sfumature e profondità.

I volti sono impreziositi da una lieve craquelure ed è importante riconoscere la mano del tempo nello stendere le velature dei giorni trascorsi.

Anche le mani non sono più lisce e morbide come un tempo: sono mani che hanno assaggiato la fatica e la forza di afferrarsi ai ricordi felici nei momenti bui.
Per questo sono ancora più belle e preziose.

Madri, mogli, compagne. Amiche, sorelle, complici.

Tutte diverse eppure così simili nel nostro essere donne.

Storie parallele che si intrecciano da anni e tessono una trama di colori e sfumature degni delle più preziose tele ad olio.

Noi, così lontane, dislocate ai quattro angoli della città, eppure così presenti, anche quando c'è silenzio e le parole tacciono.

Noi, cresciute e non ancora risolte.

Noi, che una buona bevuta lava via i residui della tristezza.

Noi, alle due del mattino a chiacchierare sotto i balconi sonnecchiosi delle strade.

Noi, che almeno una volta a stagione, per ingannare il tempo che trama per dividerci.

A noi e solo a noi: grazie.


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