QUEL NODO CHE TI STRINGE LA GOLA
Ci ho provato, giuro, ma con scarsi risultati.
Volevo scrivere un ultimo post dai miei monti, in quelle condizioni precarie e ridicole che mi spingevano a cercare il famoso punto "C" (vedi alla lettera connessione), ma è stato del tutto inutile.
Mi avvicinavo al tablet, lo prendevo, lo riponevo per poi estrarlo nuovamente è nuovamente ricollocarlo sulla sua lustra mensolina.
L' unica cosa che mi riusciva bene di fare: guardare i monti intorno a me nel vano tentativo di riempire occhi e cuore di quei colori, vivi e accesi che sapevo mi sarebbero mancati.
E poi leggere fino a notte fonda per rubare ore e minuti al tempo.
Mattina: ultimi preparativi e poi la partenza.
Mentre mi allontano saluto monti, colli, prati, mi faccio accarezzare dall'ultimo sole e mando giù quel nodo che mi strige la gola.
Adesso, in questo caldo scorcio di fine agosto, in una Milano che sta ritrovando i suoi frenetici ritmi, affogo la nostalgia nel mio formaggio nostrano, una bella fetta di Reggiano, sperando che il gusto dolce e pastoso possegga anche la facoltà di proiettarmi nel mio piccolo borgo di quattro case e due galline.
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