CASCA IL MONDO CASCA LA TERRA ... TUTTI GIU' PER TERRA

Si avvicina il momento del rientro a Milano e, come ogni anno, urge un breve, ma veritiero bilancio di questa vacanza estiva.

Che dire: intensa!

Assai diversa da come me l'ero immaginata, ma comunque gradevole.

Inziamo col dire che luglio è stato all'insegna del pendolarismo.

Già prima di arrivare in montagna sapevamo di dover rientrare nella calda Milano per una serie di visite e accertamenti. Convinti che tutto si sarebbe risolto in un solo viaggio abbiamo preso la cosa, diciamo, positivamente.

In realtà i viaggi sono stati ben tre.

Il primo per visita e successivo intervento chirurgico: alla mia mamma hanno asportato una specie di cavoletto di Bruxelles che le era cresciuto nella zona temporale destra, molto molto vicino all'occhio.

Terminato l'intervento ci hanno fatto sapere che a distanza di sette giorni saremmo dovuti tornare per togliere i punti e visionare la ferita.

Contenti per l'esito dell'intervento, abbiamo appreso con ottimismo la notizia.

Però, vuoi non aggiungere un po' di condimento ad una noiosissima routine fatta di autostrada, caselli, code, tir che ti sorpassano alla velocità della luce?

Mo troppo banale una vita così. E allora, per non farci mancare un po' di suspance e apprensione, ho deciso di rubare la scena a mia madre affettandoni un dito col frullatore ad immersione.

Già, nel tentativo di preparare qualche sugo e pesto da lasciare in casa tra una partenza e un arrivo ... coome dire, ho dimenticato di staccare la presa e, per disincastrare un pezzo di preziosissimo reggiano dalle lame, non avendo a disposizione un coltello, ho infilato l'indice della mano sinistra e ... vrrr! Lame rotanti, come in Goldrake! Questioni di pochissimi secondi e il mio polpastrello si è trasformato in un fiorellimo con quattro petali che zampillavano sangue come la Fontana di Trevi getta acqua.

Per una buona manciata di minuti mi sembrava di essere all'interno di un film di Tarantino, solo che accanto a me non c'era Travolta che ondeggiava il cinto pelvico ballando, ma Alessio che, con occhi sbarrati, cercava di capire, tra tutto quel sangue, l'entità del danno.

Appurato che la falange c'era, io, ripensando anche alla mia coglionaggine, ho iniziato a ridere come una scema, mandando il consorte su tutte le furie, tanto che, per non arrivare ad insultarmi, presa la felpa, è uscito a fare due passi.

Nel frattempo i miei zii, ex infermieri, per fortuna, mi hanno fatto una fasciatura che impediva al sangue di scorrere veloce come una freccia rossa.

Poi venti minuti di auto e finalmente il PS, dove mi hanno dato 5 punti.

Fasciatura bella stretta e, soprattutto, obbligo di non bagnarlo.

Pecato che pochi giorni dopo in programma c'era una settimana di mare: riviera ligure di Levante, la mia preferita.

Il giorno dopo siamo partiti per Milano, per togliere i punti a mia madre.

Ne abbiamo approfittato anche per una visitina dall'ortopedico, visto che la schiena un poco doleva sia a me che ad Alessio.

Entrata nello studio, il dottore si è messo a ridere nel vedere la mia mano tutta bendata e pensando a un mio scherzo.

Il riso si è subito trasformato in disperazione dopo avergli raccontato della dinamica dell'incidente.

Col suo meraviglioso accento egiziano, mi ha detto che sono troppo distratta e mi ha scongiurato di prestare molta attenzione a tutto ciò che faccio.

Mi ha fatto tenerezza, perchè davvero ho colto una sincera preoccupazione per il mio avvenire.

Tornati in montagna e dopo un soggiorno di tre giorni, siamo partiti per il mare.

Non poter fare il bagno, per me che passo le ore a bagno, è stato un sacrificio non da poco.

Ho provato a galleggiare tenendo il braccio sinistro sollevato, ma quel dito tutto fasciato, insomma, dava non poco nell'occhio: temevo potesse essere confuso con una richiesta d'aiuto al bagnino.

Ma tutto passa, così è passato anche in soggiorno asciutto al mare.

Si torna in montagna e, dopo aver ricevuto il referto dell'esame istologico del cavolino di mia mamma, prendiamo un nuovo appuntamento per Milano. E tre!

Il chirurgo voleva parlarci per decidere le future tappe, visto che il cavolino era un carcinoma fottuto. Estirpato completamente, ma, visto che la prudenza non è mai troppa, megli fare anche una bella ecografia.

E allora vai col toto prenotazioni.

Si torna in montagna.

Tutto sembra tranquillo: appuntamento per l'eco fissato, mangiata di gnocco fritto fatta, terme idem.

Ieri sera: festa di fine estate sul campo sportivo del paese, la mitica SGABANATA. Si mangia, si beve e si balla.

Devo dire che quest'anno, non so perchè, sono stata assai parca col bere e, di conseguenza, per nulla sbronza.

Ballato ho ballato, quattro chiacchiere le ho fatte e, poco prima delle due ho scongiurato Nina di rincsare, visto che stavo per cedere.

No, prima voleva cantare al karaoke con la sua amica Greta.

Dopo l'esibizione canora con tanto di applausi, video e foto, finalmente si torna a casa.

Nina, Alessio e Roberta davanti, io segue a ruota dietro.

Felice pensando  al mio caldo giaciglio, non mi accorgo che Nina indugia un attimo, quel tanto che basta peer fare in modo che i miei piedi si impiglino tra le sue zampine e... patapaffete! Plano per terra come una pera cotta.

Lesta mi rialzo pensando alla mia schiena e al mio collo.

Non avverto dolore, solo noto che i miei paltaloni gialli, che adoro, si sono rotti.

Sacramento e cammino, ma, mentre metto un piede dietro l'altro, inizio ad avvertire un forte bruciore al ginocchio e al gomito destro.

Giunta a casa mi tolgo i vestiti e ... sorpresa!!! Ho due belle sbucciature!

Anche in questo casao mi scappa da ridere, mentre mia madre si mette le mani nei capelli e così proferisce:"Fossi almeno ubriaca, ci sarebbe un motivo valido per la tua caduta, ma così, si tratta proprio di distrazione. Sei la solita, prima o poi ci lasci le penne!"

E va bene anche così. Ora zoppico, ma passerà.

Mio cugino Stefano mi chiama la "zoppa dei Tagli", che non è male, ha qualcosa di epico.

Mi ha comunque suggerito la seguente vulgata: dire che ero ubriaca fradicia tanto da non reggermi in piedi! Questo per salvare l'onore.

Allora ricomincio la storia: ieri sera ero così ciucca da vedere doppio e, nel tornare a casa, le gambe mi reggevano a stento e andavano per i fatti loro, così sono finita a terra come Buffon nell'atto di parare uun rigore.

Bene, l'onore è salvo ora!

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