CLARINETTO CHE PASSIONE

Ieri sera, a Castelnovo ne' monti, si è tenuto il concerto finale del Master Class di clarinetto, tenuto dall'illustrissimo Professor Meloni, primo clarinetto della Scala.

Lui, il sommo, naturalmente al concerto non c'era, ma era presente la sua costola: Takahiro Yoshikawa, il pianista che lo accompagna sempre nelle sue esecuzioni.

E che costola!

 Al di là del fatto che anche d'aspetto è assai intrigante: tratti nipponici marcati, fisico snello fasciato in una camicia nera leggermente cangiante e pantaloni a sigaretta.

Dicevamo, al di là del fascino, che pianista!!!

I tasti li accarezzava con una grazia da farti sognare di essere tastiera per poter godere del tocco delle sue dita, lunghe e affusolatissime.

Un po' erotico, lo ammetto, Alessio non me ne voglia, si tratta pur sempre di licenza letteraria.

Molto belli i pezzi scelti dagli studenti. Brani di Shumann, la sonata di Poulenc, Brahms, Weber, Debussy e, da ultimo, una fantasia tratta dalla Traviata di Verdi.

Ecco, pur non essendo il pezzo che ho più amato, è su questo che voglio inidirizzare la mia dissertazione.

Sì perchè l'esecuzione è stata davvero spettacolare.

Lui, il clarinettista, si è presentato sul palco con l'abito scuro, due sottili baffetti "da sparviero", giusto per citare una battuta tratta da un noto programma di intrattenimento anni Ottanta, e due scarpette dalla punta all'insù, modello Ali baba.

E va be', il look non era proprio dei migliori, ma gli ho voluto dare credito.
E ho fatto BENE!

Dopo aver intonato lo strumento con la pianista, strizzata dentro un abito nero modello meringa, ahimè, non c'era Takahiro, ha chiuso gli occhi.

Ha chiuso gli occhi e poi ha fatto cenno con la testa, phonata di fresco, che si poteva partire.

Postura: spalle larghe e dritte come il milite che si appresta al saluto alla bandiera, occhi semichiusi, perchè altrimenti col piffero che poteva leggere lo spartito, clarinetto dritto davanti a sè come se stesse brandendo un cerbottana pronta a colpire il nemico di fronte.

Parte: tecnica ottima. Giudizio naturalmente confermato dal mio consorte, io da profanissima, non oserei mai, al massimo mi lancio in un "mi piace/non mi piace".

Smanettava come un tarantolato. Poi, quando il pezzo stava volgendo al termine, sventolava una manina in aria come un esperto ballerino di flamenco: olè!

Parte la seconda fantasia: aridaje con l'occhio aperto a spiraglietto e tutto il resto, ma questa volta, il nostro ha voluto stupire il pubblico adorante con un veloce, quanto leggiadro passetto di danza. La gambetta destra, sul finale, si è piegata al ginocchio con grazia volteggiando nell'aere!

Che stile!

Poi altro pezzo straconosciuto, del quale però, da brava ignorante quale sono, non conosco il titolo. Chiedo venia.

Ecco che lo stile cambia: il ritmo accelera, le note scivolano le une sulle altre, a volte si smangiucchiano tra loro.

Emilia, terra di liscio, come non poteva omaggiarla?

Davvero sembrava di essere in una delle mitiche balere della riviera romagnola insieme a Raul e figli, nipoti Casadei.

Per un attimo mi è parso di cogliere anche qualche nota di "Ciao ciao mare".

Probabilmente si è trattata solo di suggestione.

Poi ad un tratto ho udito in sala un "Ahhhh, ahhh". Mi sono guardata intorno per capire l'origine di quello strano lamento, perchè non era un "ahhh" di stupore.

Era piuttosto un verso ibrido, a metà tra un attacco improvviso d'asma e il mugolio di un accoppiamento tra cinghiali.

Nulla. Ho così pensato di averlo seognato.

Poi di nuovo. E no, mi sono detta, va bene sentire le voci, va bene anche vedere i Casadei sul palco, ma i mugolii, mi pare troppo.

Allora, voltato il "guardo" verso Alessio, ho avuto la conferma dai suoi occhi spalancati che sì, non stavo dando giù di testa, ma davvero qualcuno stava emettendo un languido lamento.

Al terzo "Ahhhh" abbiamo capito che si trattava di lui, del clarinettista poliedrico!

Devo dire che è stata dura. Sì, è stata davvero dura non scoppiare in una fragorosa risata.

Bene, abbiamo così applaudito alla fine dell'esibizione e poi, a luci ormai accese, mi sono precipitata a stringere la mano a Takahiro!

Confermo: che fascino!

Commenti

Post più popolari