ESTERI: DONNATINUZZA ... ALLE COZZE

Carissimi, con questa sera inizia una breve rubrica dedicata alla gita fuori porta di Donnatinuzza: "Dagli Appennini al mare".

Già, perchè per qualche giorno abbandoneremo il tanto amato crinale reggiano per una breve, ma intensa, trasferta ligure.

Ah, Liguria, regione amata! Era qualche anno che mancavo dalle sue coste, quindi mi è parsa cosa buona e giusta rendere doveroso omaggio alle sue bellezze.

Premetto: Liguria bella tutta, ma il mio amore va verso levante.

Mete del nostro vagabondare ... in parte ancora da definirsi.

A noi le vacanze piacciono così, alla " andiamo e poi si vedrà".

Detto così sembra un viaggio all'avventura, in realtà punti fissi ne abbiamo.

Quindi, allacciare le cinture e pronti per l'itinerario.

Questa mattina, partenza ore 6:00.

L'alba era appena spuntata e il sole, con la sua sfera rossastra, spuntato da poco dietro i monti, sembrava darci il suo arrivederci e la sua benedizione.

Giunti a Castelnovo, abbiamo imboccato la SS 63, direzione La Spezia.

Dopo un bellissimo saliscendi per pendii e valli, abbiamo imboccato l'autostrada ad Aulla.

Lì, dubbio amletico: Moneglia o Tellaro??

Vista la vicinanza, abbiamo optato per la meta più vicina, ovvero Tellaro.

Erano poco meno delle 9:00 quando abbiamo trovato parcheggio GRATUITO, e non è poca cosa, all'inizio del paese di Fiascherino. Scesi per un dolce pendio, siamo quindi sbucati in una caletta che ... no, meravigliosa!

Acqua cristallina tutta giocata sui colori blu e verde smeraldo.  Tutto intorno mura di pietra locale animata da piante grasse spontanee rendevano ancora più suggestiva questa piccola baia incantata dove il mare mostra il suo volto più discreto.

Pochi i bagnanti, per lo più famigliole provenienti dai paesi limitrofi.

Nina ha subito socializzato con un giovane di nove anni, Alessio, esperto nuotatore, che le ha mostrato la bellezza del mare nei pressi degli scogli.

Peccato che lei, poco avvezza all'ambiente marino, abbia attraversato la superficie rocciosa a piedi nudi, come l'Arturo dell'omonimo romanzo della Morante. Risultato: un bel taglio sotto l'alluce destro.

Si sa, l'avventura esige i suoi sacrifici.

Da genitori sempre attenti e premurosi, abbiamo così deciso, giunta ormai la mezza e essendo la caletta diventata un mezzo carnaio, di levar le tende, per visitare la vicina Tellaro. A PIEDI!

Nina non sprizzava entusiasmo, ma, povera, ha avuto davvero poca voce in capitolo.

Dopo una ventina di minuti, lasso di tempo durante il quale la sottoscritta ha acquistato, oltre a beni di prima necessità come l'acqua, anche un delizioso cappellino, siamo giunti  a TELLARO.

Come descriverla ...

Ecco, immaginate Vernazza spogliata della sua mitica fama turistica.

Mi spiego meglio. Io amo Vernazza, moltissimo, ma Tellaro ha ancora quel fascino discreto delle Cinque terre, prima che divenissero LECINQUETERRE.

Architetture molto simili, sia nelle geometrie che nei colori, scorci che gettano lo sguardo del viandante su baie dai colori cangianti e poi un porticciolo che è un piccolo, ma preziosissimo monile. Le poche imbarcazioni attraccate al piccolo molo e poi un' acqua che invita ad immergersi.

Sincera: doveva essere la nostra ultima meta. E' diventata la prima e ora il paragone con quello spicchio di bellezza sarà duro.

Intorno alle 15:00, col cuore già gonfio di nostalgia, abbiamo ripreso il nostro viaggio: destinazione Casarza ligure, sopra Sestri.

Dopo vari tornanti siamo giunti al nostro B&B, una vera chicca.

Si chiama Ca' de pria e si trova sulle alture tra Sestri e Moneglia.

Da qui il mare non lo si vede, ma lo si intuisce e, nell'im








maginarlo, sembra di essere sull'arcinoto colle leopardiano.

Mentre scrivo mi trovo sotto un piccolo patio: sopra di me il cielo è tutto un fiorire di stelle, i grilli cantano e l'aria è fresca.

Per ora davvero MOLTOMOLTOBENE.

Abbiamo anche cenato a Sestri: osteria da Sergio. Pesce a nastro. Una delizia.

Domani saremoi più morigerati: Moneglia.

Vediamo il paradiso dei milanesi cosa ci offre. 

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