E LA CHIAMANO RETE
Continuano le mie mirabolanti avventure con la rete.
Più che una blogger neofita sembro ormai una contorsionista: per trovare il mio punto "G", un metro quadrato in cui la connessione non faccia cilecca, sto davvero assumendo pose plastiche al limite delle acrobazie circensi.
Adesso, ad esempio, il grande occhio non vigila più su di me... Sposto la gamba un centimetro più in là, il braccio a quarantacinque gradi rispetto alla spalla che, però deve essere perpendicolare al ginocchio opposto è, magicamente, il Grande Fratello è di nuovo su di me.
Che fatica!
E in tutto questo ho notato che le mie gambe necessitano di una manutenzione "pilifero estrattiva" ...
E io che avevo già estratto dalla libreria un nuovo libro da azzannare!
Dubbio amletico mi assale: essere o apparire?
Una soluzione c'è: gonnellone anni Settanta fino alle caviglie e tutto rimandato a domani.
Riflessione: al mondo c'è posto per tutti, anche per i peli da tutti considerati superflui.
Processo di inclusione anche per loro: l'aggettivo superfluo è discriminante.
Chiamiamoli diversamente folti.
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