LA BUONA EDUCAZIONE




Ve lo ricordate quando la mamma, prima che si uscisse di casa, ci raccomandava di comportarci correttamente, di essere ben educati?

E quando a tavola venivamo rimproverati per la postura, completamente svaccati sul tavolo?

O quando, in procinto di varcare la soglia di di casa per dirigerci a scuola, venivamo bloccati per un rapido controllo del nostro abbigliamento, perché bisognava essere decorosi e mai volgari?

Parafrasando una celebre canzone del Trio Lescano La gelosia non è più di moda, ora mi vien da cantare "la buona educazione" non è più di moda. È out, anticaglia da mercatino delle pulci.

Non che sia una novità, ma mi stupisce sempre vedere come, al contrario, la maleducazione sia in costante ascesa.

Episodi recentissimi avvenuti nel mio condominio, vera oasi naturalistica per lo studio del genere umano e subumano.

Nuovi inquilini, in realtà riciclati, ma non stiamo ad elencare parentele e incastri genealogici che poco interessano.

Insieme a loro uno splendido cagnolone, un cucciolo, dal nome però impronunciabile, tanto stona con la natura di un quadrupede.

Sento dalla finestra il vociare dei bambini, mia figlia in testa, che accolgono il cagnolone e lo invitano a giocare, fino a quando non odo distintamente queste parole:"Oh, sta facendo cacca e pipì!".

Mi affaccio all finestra e non vedo, insieme a Chantal, i suoi proprietari.

Allora scendo per verificare meglio e, in effetti, Chantal scorrazza liberamente per il cortile elargendo  regalini ovunque.

Chiamo i proprietari e faccio loro notare che i cani non possono essere lasciati liberi e, soprattutto, soli in una area che è collettiva si', ma non attrezzata per le bestiole. Pongo l'accento anche sulla condivisione degli spazi e, infine, sulla necessità, primo, di raccogliere la cacca e, secondo, di portare Chantal a fare i bisognoni fuori!

Pare che l'equivoco si sia chiarito, ma il giorno dopo e quelli successivi nulla cambia, e il quadrupede dall' assurdo nome continua a defecare per il giardino CONDOMINIALE.

Unica differenza: ora la cacca viene raccolta.

Ringrazio i lungimiranti proprietari del gesto di civiltà, ma rimarco nuovamente il concetto: i cani non possono stare da soli in cortile ne' utilizzare le aree condominiali come latrina.

Risposta: uffa che noia, se fossi stato un altro non l' avrei neppure raccolta (la cacca, giusto per capirci).

Non credo alle mie orecchie e devo contare fino a 10 prima di far notare che il raccattare la ciambella maleodorante è il minimo che possa fare.


Demoralizzata chiamo l'amministratore per chiedere di richiamare, mediante avviso scritto da affiggere sul portone d'ingresso, i condomini al rispetto delle regole.

Viene affisso il cartello e poi, a distanza di 24 ore , strappato.

Piccata, anzi, incazzata nera, vado questa volta di persona dall' amministratore e chiedo un nuovo carteallo che mi viene immediatamente prodotto, con l' invito a "riattaccarlo".

Oggi: torno dal mercato e, dovendo uscire nuovamente per commissioni, non vado a legare la bici alla rastrelliera, ma al mio e sottolineo MIO balcone, per essere più rapida e veloce.

Tempo 1 ora e trovo, sotto al famigerato avviso, un pizzino, scritto a mano, in cui mi si invitava, prima di voler redarguire gli altri e invitarli al rispetto delle regole, a rispettarle a mia volta.

Ammissione di colpa: è vero, le bici vanno legate alla rastrelliera ubicata nella parte posteriore del gairdino, ma che faccia, dico io!

Con che coraggio! 

Certo che mettere sullo stesso piano bicicletta e merda... Che fantasia!

Giuro: dovessi anche utilizzare la bici 100 volte in un giorno, mi ricorderò di non urtare la sensibilità di condomini tanto ligi e di legarla agli appositi aggeggi.


Parola di Donnatinuzza



Commenti

Post più popolari