PANE CHE PASSIONE
Avete mai provato a fare il pane fatto in casa?
È una delle esperienze più soddisfacenti che si possa vivere.
Si assiste all’alchimia degli ingredienti che, presi uno alla volta, poco hanno da dirci, ma che assemblati in un dato modo, in una data quantità creano, producono, partoriscono qualcosa di buono, profumato, fragrante, versatile:il pane.
E poi il tempo dell’attesa: la lievitazione, la cottura... Un tempo che al giorno d'oggi poco ci concediamo, sempre di fretta alla ricerca di qualcosa di pronto o di rapido da mettere sotto i denti.
Perché spesso, per andare incontro alle mille incombenze della giornata, più che deliziarsi col cibo, ci si ciba, ci si limita a soddisfare un bisogno primario rinunciando a tutte quelle componenti che fanno della tavola un momento di coccole e chiacchiere.
Fare il pane ci riavvicina a questa dimensione di convivialita’ che a me, a dire il vero, manca.
Mi rimette in contatto con la dimensione reale del tempo, un tempo che non può essere quello del tutto e subito, ma che esige momenti ben definiti di “fermati e aspetta”.
Bene, fatta la premessa, invito tutti a provare a panificare e a verificare quanto scritto.
Io sono ormai anni che il pane non lo acquisto, ma lo faccio.
Un’amica mi ha omaggiato della pasta madre, lievito naturale che necessita di rinfresco settimanale, un po' impegnativo, lo ammetto, ma i risultati che si ottengono sono impareggiabili.
È così procedo.
La cosa divertente è anche la ricerca della farina: se ci si prende l’ impegno di panificare, allora che il pane sia davvero di qualità e per essere tale la farina non può essere scadente.
La migliore e più salutare è quella macinata a pietra; lo so è costosa e non facilmente reperibile, ma davvero la qualità non ha eguali.
Provare per credere!
Avete mai provato a fare il pane fatto in casa?
È una delle esperienze più soddisfacenti che si possa vivere.
Si assiste all’alchimia degli ingredienti che, presi uno alla volta, poco hanno da dirci, ma che assemblati in un dato modo, in una data quantità creano, producono, partoriscono qualcosa di buono, profumato, fragrante, versatile:il pane.
E poi il tempo dell’attesa: la lievitazione, la cottura... Un tempo che al giorno d'oggi poco ci concediamo, sempre di fretta alla ricerca di qualcosa di pronto o di rapido da mettere sotto i denti.
Perché spesso, per andare incontro alle mille incombenze della giornata, più che deliziarsi col cibo, ci si ciba, ci si limita a soddisfare un bisogno primario rinunciando a tutte quelle componenti che fanno della tavola un momento di coccole e chiacchiere.
Fare il pane ci riavvicina a questa dimensione di convivialita’ che a me, a dire il vero, manca.
Mi rimette in contatto con la dimensione reale del tempo, un tempo che non può essere quello del tutto e subito, ma che esige momenti ben definiti di “fermati e aspetta”.
Bene, fatta la premessa, invito tutti a provare a panificare e a verificare quanto scritto.
Io sono ormai anni che il pane non lo acquisto, ma lo faccio.
Un’amica mi ha omaggiato della pasta madre, lievito naturale che necessita di rinfresco settimanale, un po' impegnativo, lo ammetto, ma i risultati che si ottengono sono impareggiabili.
È così procedo.
La cosa divertente è anche la ricerca della farina: se ci si prende l’ impegno di panificare, allora che il pane sia davvero di qualità e per essere tale la farina non può essere scadente.
La migliore e più salutare è quella macinata a pietra; lo so è costosa e non facilmente reperibile, ma davvero la qualità non ha eguali.
Provare per credere!
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